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  • Gilda L. Schiavoni

Fase 2 ☘: oltre alla mascherina ci sono gli occhi

Oggi vi vorrei parlare di CONTATTO️ .


Mi hanno chiesto cosa mi preoccupasse di più della fase 2, e una cosa su cui sto riflettendo è la mancanza che avremo di contatto.

Adulti, Anziani, Adolescenti e soprattutto pensavo ai bambini. Ma a loro dedicherò un post a parte nei prossimi giorni.


Noi italiani siamo un popolo di “a cui piace toccare”. Ci tocchiamo quando ci stringiamo la mano, ci tocchiamo quando parliamo, ci tocchiamo per chiamarci e per prendere l’attenzione, ci tocchiamo per dirci grazie, ci tocchiamo per affetto, e soprattutto ci abbracciamo, ci abbracciamo tanto.


Ecco il contatto fa parte delle nostre radici, ci è stato tramandato dai nostri avi, e oggi, e per un bel po’ di tempo, dovremo farne a meno. Ma possiamo solo toccarci per entrare in contatto? In che altro modo possiamo toccarci, intendo toccarci emotivamente? In che altro modo possiamo entrare in relazione con l’altro?


Con lo sguardo!


Si, lo sguardo è una delle modalità più forti che abbiamo in realtà per entrare in contatto.

Oggi gli occhi sono gli unici che rimarranno “in funzione”, fuori dalla mascherina, gli unici che possiamo vedere. Non ci possiamo toccare, non ci possiamo annusare, non possiamo vedere le espressioni della bocca, ma ci possiamo guardare, e possiamo farlo a fondo.


I nostri occhi comunicano tanto, sono lo specchio dell’anima, diceva qualcuno.


Uno degli esercizi che spesso faccio fare ai miei seminari psico-corporei è proprio sullo sguardo: le persone, passeggiando per la stanza, si incontrano e si guardano, occhi negli occhi, per qualche minuto, respirano, comunicano, e poi continuano la camminata alla ricerca di altri occhi. È un esercizio molto semplice, ma anche molto potente. In quelle occasioni, mi viene spesso raccontata la difficoltà di stare con lo sguardo dell’altro. C’è chi si sente invaso, nudo, fragile, chi sente che deve usare uno scudo, usando uno sguardo aggressivo, chi deve alzare un muro utilizzando uno sguardo vuoto, freddo, distante.


Beh è vero, guardarci, guardarci davvero, è difficile. Oggi però abbiamo principalmente questo canale.


Come sempre credo che le cose al mondo possano essere viste da più punti di vista, e io cerco sempre di vedere le opportunità. Oggi possiamo guardarci di più, possiamo scegliere di stare di più negli occhi che incontriamo, ascoltarne l’emozione, esplorare questo canale comunicativo che a volte, per la presenza forte degli altri (tatto, principalmente), scegliamo di mettere da parte.


Quando una persona viene privata di uno o più dei suoi sensi, sviluppa gli altri in maniera esponenziale: noi abbiamo gli occhi, impariamo a guardarci di più?

Per voi è difficile?


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